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Vincenzo Ascrizzi:
un candidato per chi vuole cambiare
Giuseppe Poliani


Vincenzo Ascrizzi

Vincenzo Ascrizzi, militante, consigliere comunale, assessore, cittadino, imprenditore, difensore sempre delle stesse idee e degli stessi obiettivi nel centrosinistra senza cambiare cappello per opportunismo e sempre con la stessa carica umana, politica, ideale, ora si candida alla presidenza della Provincia di Monza e Brianza.

Vincenzo, perché ti sei candidato?
Penso di poter esprimere qualcosa di utile per la mia città, dove ho dedicato gran parte della mia vita alla politica, immagazzinato una grande quantità di informazioni, relazioni, conoscenze, rapporti umani, da mettere a disposizione per la costituzione di una nuova provincia importante come questa.

Quali le priorità secondo PRC?
Il lavoro quale elemento centrale del territorio oltre che nel paese; qui in Brianza con 83000 partite IVA, il territorio esprime proprio nel lavoro l'elemento identitario ed il collante generazionale più sentito ed importante.
La tutela del territorio e dell'ambiente. Non possiamo più permetterci di subire una devastazione del territorio senza tener conto di non consumare altro verde; occorre mettere a tutela tutto il patrimonio paesaggistico naturalistico e storico testimoniale. Pensare l'ambiente come patrimonio collettivo.
La scuola è competenza provinciale e Monza dovrà mettere al centro una scuola pubblica per tutti senza distinzione alcuna, di qualità, laica che condivida valori universali. Famiglie, insegnanti, alunni, vivono momenti di forte preoccupazione. Prima cosa da fare è mettere a norma tutte le strutture scolastiche proseguendo quanto già iniziato dalla provincia di Milano e dotando tutti i tetti delle scuole di pannelli fotovoltaici: il pubblico qui può fare “la differenza”.
La mobilità: muoversi meglio ed avere più tempo libero. Occorre che uno dei distretti industriali più importanti d'Europa sia accessibile ma sia vivibile.
Investire nella cultura: elemento importante un investimento sia in generale sia finalizzato al tema principale del lavoro per valorizzare il territorio e creare nuove professionalità.

Come vedi la situazione delle imprese brianzole e quali le proposte di PRC ?
La situazione è drammatica. Ci sono ora nel paese 4,5 milioni di cassintegrati che vivono con 700 euro al mese e il dato cresce in modo esponenziale. Occorre agire allora secondo due obiettivi: uno tattico ed uno strategico. A chi ha meno va dato sollievo da subito e la provincia deve mettere in “rete” le numerose belle esperienze attive di solidarietà; il secondo, agire pensando come creare e portare sul territorio lavoro vero, stabile, pulito, con investimenti sulla ricerca, innovazione, spingendo sulle aziende per fare “massa critica” (esempio il polo di aziende high tech del vimercatese, esperienza che si potrebbe replicare sul distretto del legno del lissonese a della chimica del cesanese).
Da non dimenticare poi il “protocollo per il lavoro” redatto dalla provincia di Milano che ho seguito in prima persona. Si tratta di norme per la sicurezza sul lavoro che devono essere estese a tutti i cantieri in modo da essere una provincia del lavoro ma del lavoro sicuro.

Trasporti in provincia: c'è che pensa alla BREBEMI o alla PEDEMONTANA. Cosa pensate di fare in Provincia?
Occorrono scelte drastiche e bisogna andare in modo spinto verso un potenziamento del sistema pubblico di trasporto su ferro, con treni che funzionino e colleghino bene i centri importanti; bisogna fare la metropolitana della Brianza ed evitare la Pedemontana così come è stata configurata. Ora anteponiamo subito il potenziamento della rete ferroviaria. Da monzese dico che sarebbe una beffa che la MM1 si fermasse a Bettola. Non servirebbe a niente. Il prolungamento è d'obbligo per entrare in città e collegare la Brianza.

Il Parco di Monza: perché qualcuno vuole consegnarlo a terzi extracittadini?
Il consorzio è uno strumento che in sé va benissimo. Ma adesso c'è uno strapotere del centrodestra ed in particolare della regione Lombardia che butta fuori l'Istituto d'arte per fare un hotel a cinque stelle e che non dà garanzie sulla conduzione del consorzio stesso. Non è necessario che lo Stato diventi socio per intervenire su un bene territoriale.
Mi va bene il consorzio se Monza tiene il 51%. Invece la Regione entra al 25% e con la complicità degli altri comproprietari fa quello che vuole, mentre il comune di Monza accetta di diventare proprietario minoritario al 25% per riqualificare la Villa e subisce le decisioni altrui. Va bene stare dentro i percorsi istituzionali come già tracciato dalla giunta Faglia ma oggi siamo in una fase dove i pericoli di privatizzazione della Villa e dell'intero Parco sono reali. Oggi si mette in discussione che il Parco e la Villa siano di proprietà dei cittadini monzesi. Agli amici leghisti dico attenti: Parco e Villa presi dalla Regione, Expo presa dalla Moratti, Malpensa è già andata, e l'autodromo vuole portarlo via Alemanno. Allora chiedo alla Lega così attenta a difendere il territorio che cosa stia facendo realmente per difendere pezzi di patrimonio della città di Monza che se ne vanno (padroni a casa nostra… solo quando c'è da sbattere fuori un povero extracomunitario che andrebbe invece aiutato).

Rifondare una cultura pubblica e della solidarietà come matrice comune per una nuova stagione politica ed un nuovo ciclo economico. Da dove cominciare?
Troppe amministrazioni del centrosinistra hanno indugiato sulla questione sicurezza insistendo sull'immigrazione e sullo straniero come problema principale. C'e stata una rincorsa sfrenata ai temi del centrodestra e noi spesso ci siamo ritrovati soli su questi temi. Noi sulla politica della non-esclusione dobbiamo rischiare, a costo di pagare lo scotto di perdere voti ma occorre far uscire le persone dalla dimensione della paura. Dobbiamo fare un grande investimento di civiltà sulle persone e su questioni di civiltà come queste la Sinistra non può arretrare.

Che farete al secondo turno con Ponti candidato ?
Speriamo. Il mio obiettivo è battere l'avversario Allevi, la destra, e che la provincia non cada nelle loro mani. Avevamo insistito per un'alleanza con le forze di sinistra. Abbiamo interpretato il rifiuto come una volontà strategica di posizionarsi in una fascia di centro e cercare di portare a casa il massimo consenso delle forze moderate. Ora diciamo a Ponti: cerca di riuscirci perché sarebbe grave se non riuscissi a passare al secondo turno avendo lasciato fuori dalla porta la Sinistra. Ma se ci riuscirà gli chiederemo di non dimenticarsi di quel pezzo di territorio della Brianza con propri ideali, simboli, storia, identità, pronto a seguire percorsi democratici insieme e che potrebbe rappresentare per lui un fattore determinante per vincere.
La Sinistra del fare e' quindi pronta ad assumersi le proprie responsabilità, siano esse quelle di governo o quelle di opposizione.


Giuseppe Poliani

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  27 maggio 2009